Come scegliere un Nido, una Scuola per il proprio bambino?
La domanda si affaccia con prepotenza alla mente dei genitori già nei primi anni.
Anzitutto non bisogna fidarsi delle etichette, dei nomi di moda.
Se l’annuncio fuori di una porta o in un foglio pubblicitario parla di Nido o di Scuola “Montessori” o “Attiva “ oppure “Steineriana” (tre nomi di tutto rispetto, anche se molto diversi tra loro) non possiamo fidarci a occhi chiusi, dobbiamo andare a vedere di persona, meglio papà e mamma insieme se possibile, parlare con le persone della struttura e soprattutto visitarla quando ci sono i bambini. Per osservare che cosa?
Anzitutto, se non si può entrare quando è in funzione ad anno inoltrato, questo è già un pessimo segno.
Quando poi si entra, occorre notare se c’è quiete, se gli adulti mantengono un tono basso di voce, soprattutto in presenza dei bambini, per non alterare le loro attività o agitarli se sono molto piccoli. Ci sono scuole in cui gli adulti parlano sempre a voce alta fino a:
“Bambini, salutate i nostri ospiti” e altri falsi segni di ospitalità imposti ai piccoli.
Notare come appare il clima generale: se tranquillo o invece molto eccitato, se c’è ordine negli ambienti, se giochi e libri sono ad altezza di bambino.
Osservare se i giochi sono molto uniformi (peluche, lego e tricicli), se i libri sono solo alla
Walt Disney o c’è altro, se i bambini hanno solo oggetti a tavolino,giocano solo in modo immaginario ( la casetta finta ecc.) o usano creta, pittura con tempere, attività di tessitura. Se possono lavare e far cucina davvero, se possono agire individualmente o sempre in gruppo. Quale di queste situazioni diverse ci persuade maggiormente?
In una primaria occorre controllare se c’è la prassi dei voti, dei compiti a casa, dei compiti delle vacanze. Magari si fanno varie attività interessanti, ma c’è competizione a oltranza. Questa scelta nefasta è respinta da ciascuno dei tre filoni sovra indicati, mentre appartiene a pedagogia più tradizionali che mettono al centro di tutto l’adulto educatore e non il bambino protagonista della propria storia, guidato da adulti sensibili e intelligenti.
Tra l’altro è il segno distintivo di una scuola Montessori, che può anche essere imperfetta per l’inesperienza dei docenti, ma che su questo aspetto non transige. Quando cominciate a vedere sugli scritti dei bambini voti, giudizi o firme dei maestri, dubitate: sono segni subdoli con cui gli adulti cercano di tenere sottomessi i bambini.
Allora non siamo in una Scuola Montessori!
Anzitutto non bisogna fidarsi delle etichette, dei nomi di moda.
Se l’annuncio fuori di una porta o in un foglio pubblicitario parla di Nido o di Scuola “Montessori” o “Attiva “ oppure “Steineriana” (tre nomi di tutto rispetto, anche se molto diversi tra loro) non possiamo fidarci a occhi chiusi, dobbiamo andare a vedere di persona, meglio papà e mamma insieme se possibile, parlare con le persone della struttura e soprattutto visitarla quando ci sono i bambini. Per osservare che cosa?
Anzitutto, se non si può entrare quando è in funzione ad anno inoltrato, questo è già un pessimo segno.
Quando poi si entra, occorre notare se c’è quiete, se gli adulti mantengono un tono basso di voce, soprattutto in presenza dei bambini, per non alterare le loro attività o agitarli se sono molto piccoli. Ci sono scuole in cui gli adulti parlano sempre a voce alta fino a:
“Bambini, salutate i nostri ospiti” e altri falsi segni di ospitalità imposti ai piccoli.
Notare come appare il clima generale: se tranquillo o invece molto eccitato, se c’è ordine negli ambienti, se giochi e libri sono ad altezza di bambino.
Osservare se i giochi sono molto uniformi (peluche, lego e tricicli), se i libri sono solo alla
Walt Disney o c’è altro, se i bambini hanno solo oggetti a tavolino,giocano solo in modo immaginario ( la casetta finta ecc.) o usano creta, pittura con tempere, attività di tessitura. Se possono lavare e far cucina davvero, se possono agire individualmente o sempre in gruppo. Quale di queste situazioni diverse ci persuade maggiormente?
In una primaria occorre controllare se c’è la prassi dei voti, dei compiti a casa, dei compiti delle vacanze. Magari si fanno varie attività interessanti, ma c’è competizione a oltranza. Questa scelta nefasta è respinta da ciascuno dei tre filoni sovra indicati, mentre appartiene a pedagogia più tradizionali che mettono al centro di tutto l’adulto educatore e non il bambino protagonista della propria storia, guidato da adulti sensibili e intelligenti.
Tra l’altro è il segno distintivo di una scuola Montessori, che può anche essere imperfetta per l’inesperienza dei docenti, ma che su questo aspetto non transige. Quando cominciate a vedere sugli scritti dei bambini voti, giudizi o firme dei maestri, dubitate: sono segni subdoli con cui gli adulti cercano di tenere sottomessi i bambini.
Allora non siamo in una Scuola Montessori!