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L’alfabeto delle relazioni con i bambini secondo Montessori

A
come attenzione, ambiente
attenzione a ciascun bambino, come persona che sente, che esprime le  proprie esigenze, che costruisce sé stesso attraverso l’agire e lo stare in mezzo agli altri, ma anche ambiente  preparato in cui il bambino trovi  da sé tante cose da fare.
 
B
come  buono
buono è ciò che favorisce in ogni bambino la capacità di scegliere, di  costruire, di  inventare, di pensare in modo personale.
 
C
come collaborare , classi
collaborare con i genitori alla crescita equilibrata del bambino è aspetto prioritario  delle  nostre scelte educative: il come è però da realizzare insieme, di  volta in volta.
classi? 
Non sappiamo bene che cosa siano:  diamo valore a gruppi di  bambini che si formano in base a interessi comuni, ad affinità, a modi di   giocare, di intendersi, di agire.
 
D
come desideri
quelli dei bambini di rado coincidono con quelli degli adulti, genitori o maestri  che siano:  i desideri dei bambini dovrebbero essere accolti il più possibile dagli adulti.
 
E
come educare, errori
educare significa "condurre fuori" riconoscere in ogni  bambino  grandi  ricchezze originarie, misteriose potenzialità da mettere   in luce alle quali rispondere.
 
 errori, quando capitano, sono i nostri amici.  Ci aiutano a capire - fin   dai primi anni di vita - come possiamo agire meglio: non ci fanno paura, ma non vanno usati  come mezzi di ricatto (“Hai fatto questo pasticcio , non potrai avere …..).
 
F
come  fiducia, fare
dobbiamo averne tanta fiducia in ogni bambino, anche se ha difficoltà, ritrosie, timori, incertezze. Più gliene daremo, più esprimerà le proprie energie vitali e imparerà ad autoguidarsi. Fare è il bisogno centrale della nostra esistenza, fin dai primi mesi di vita. La passività, l’inattività feriscono in profondità  i bambini.
 
G
come guida,  giudizi, gioco
i bambini hanno bisogno di una guida serena, equilibrata, rassicurante.
Non hanno bisogno invece di giudizi mortificanti.
Il gioco è il loro fondamentale modo di esprimersi, di capire il mondo,  di entrare in rapporto con gli altri: un piacere che non si esaurisce mai ...
 
H
come hurrà a una scuola che i bambini vorrebbero aperta anche nei giorni di vacanza!
 
I
come immaginare, insegnare
Immaginare  è il grande potere dell'infanzia e dell'adolescenza: immaginare di essere come papà o mamma; immaginare i numeri e la natura, i dinosauri e i castelli; immaginare di cambiare il mondo ...
Proteggere l'immaginazione creatrice e favorire il contatto con la realtà è uno dei compiti formativi dell'educare.
Insegnare  significa “lasciare un segno”questo è positivo se l’adulto ascolta il bambino, lo guida con rispetto e con fermezza insieme, lo rende protagonista di ogni apprendimento, permettendogli di auto-- correggersi  nella necessaria indipendenza.
 
L
come libertà, libri
La libertà –dice Montessori -non può essere donata, ma va costruita fin dai primi anni di vita (attraverso la libera scelta delle attività, le tante azioni possibili, l’autocontrollo degli errori…).
Libri: possono essere una vera passione per noi e per i bambini, dai piccoli (rime e filastrocche,  libri di una parola, di due, di molte parole)  ai grandi  (poesie  e poemi, 
fiabe e leggende, racconti e romanzi...). C'è solo la questione della scelta.
 
M
come materiali
Tanti materiali, interessanti, diversificati, disposti in ordine alla portata dei  bambini.
come aiuti allo sviluppo, come occasioni di esperienza: dipingere o lavare, tessere o tagliare, curare l'ambiente, riconoscere le qualità degli oggetti, i simboli, i tanti linguaggi umani.  Tutto questo si  costruisce lentamente fin dai  primi anni ...
 
N
 come no
quando è necessario, bisogna saperlo dire con fermezza, senza severità o toni minacciosi, senza paura. E non devono mai diventare  NI.
 
O
come ospiti , obbedienza
In una scuola che lavora con onestà e rispetto dei bambini i genitori possono venire quando vogliono, anche se la cautela non è  mai troppa con i più piccoli che facilmente si agitano quando vedono sconosciuti.
L’obbedienza imposta vale zero, se invece emerge spontanea, affettuosa è un prezioso punto d’arrivo.
 
P
come pasti, premi   
I pasti devono essere semplici, serviti in modo da rispondere al bisogno di autonomia dei bambini.
I premi sono quasi peggiori dei castighi, perché seduttivi mezzi di corruzione. In una vera scuola Montessori  non se ne fa uso, sotto nessuna forma.
 
Q
come qualità
della vita collettiva si misura sulla capacità di ascoltarsi, di comporre i conflitti, di darsi  regole e di obbedire ad esse. E’ determinata da adulti che non gridano, non chiamano da lontano, non giudicano, ma si fidano dei bambini e apprezzano le diversità dell’uno e dell’altro. Quanto più ogni  bambino è rispettato, tanto più la qualità  si eleva.
 
R
come:  ritmi,  regole,  ripetizione
I ritmi:  ognuno ha i propri e sta tanto meglio per quanto più può seguirli, senza che  qualcuno gli dica di continuo:  "sbrigati".
Le regole - poche, semplici, valide per tutti, sono la base della vita collettiva: i bambini le conoscono e le applicano senza sforzo, anzi, si direbbe, con piacere.  Le ripetono con gusto, essendo per loro la ripetizione spontanea di un comportamento naturale, un modo di imparare e di agire .…
 
S
come sostituirsi
al bambino che agisce, è il più pesante degli errori. “Ogni aiuto inutile è un ostacolo  allo sviluppo”, dice Montessori.
 
T
come tempi
i tempi  individuali dei bambini richiedono grande rispetto.
C’è chi va veloce come un giaguaro e chi procede lento come un bradipo: ognuno fa come sente, come può. Anche in questo i bambini vanno rispettati.
 
U
come uscite
uscite dalla scuola come dalla casa per scoprire l’ambiente naturale o urbano, per dilatare lo sguardo sul mondo  e ammirare la bellezza , l’armonia, le fonti di benessere ovunque esse si trovino..
uscite puntuali per assimilare fin da piccoli il valore del tempo, senza mettere fretta, per non  suscitare  ansie nel rispetto del lavoro delle  maestre.
 
V
come verifiche, valutazioni
verifiche per sottolineare differenze?  No, sotto nessuna forma.  Sì invece a un'osservazione  continua e  partecipe,  sì a valutazioni  - ma solo verso la fine della Primaria - caute, rispettose degli sforzi di ciascuno, costruite e condotte con i bambini stessi.
 
Z
come zittire , zone
zittire è aggressività bella e buona. L’adulto  nonviolento, maestro di pace, non ne fa uso, ma lui per primo non alza mai la voce e si rivolge individualmentea ibabini  e solose utile e/o necessario
Organizziamo la scuola in zone di libertà cui i bambini accedano direttamente, permettiamo loro di scegliere, ma anche di scoprire la responsabilità di ciò che  hanno scelto.
Non fanno quello che vogliono, ma vogliono quello che fanno e si impegnano a  riordinare da soli dopo l'uso. Il valore dell’attività personale dei singoli, ben attuata, sfocia poi nella società per coesione: una sana vita collettiva.
 
Ci sembra un'alta scuola di democrazia.

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