A proposito di educazione cosmica
Chiarimenti
“ Io faccio cosmica” , ” Ti piace cosmica?”. Sentire frasi del genere in una scuola Montessori fa davvero una pessima impressione. Cosmica come aggettivo o come aggettivo sostantivato: una delle tante materie, come dire: geometria o analisi logica… Non ci siamo proprio e la sciatteria del linguaggio la dice lunga su vari altri aspetti.
Parole sciupate
Molte parole oggi vengono sciupate dal modo sbrigativo di intervenire con i bambini.
Se dico ad esempio: “Roberto e Matilde hanno l’incarico di…”. Che glielo abbia assegnato io maestra o sia il risultato di una discussione in gruppo, fa già la differenza, ma se poi i due bambini si trovano a doverlo svolgere senza una presentazione, né un accompagnamento da parte dell’adulto, non potremo irritarci con loro se agiscono in modo confuso, se fingono di soddisfare l’incarico e la cosa viene svolta di corsa senza un vero senso di responsabilità.
Se chiedo ai bambini di parlare a voce contenuta o addirittura li guido in un’attività di silenzio, ma poi io, l’adulto – guida, chiamo questo o quel bambino da lontano, intervengo di continuo a voce alta e irritata sottolineando il chiasso, umiliando chi parla più forte di altri, faccio il contrario di ciò che dico e che chiedo a loro: do ai bambini una moneta falsa che impedisce una visione onesta e coerente dei rapporti.
Anche parlare di “cosmica” nel modo detto sopra è dare una moneta falsa.
Educazione cosmica come punto d’arrivo…
...è una complessa visione dei rapporti tra viventi e atmosfera, tra climi e fenomeni terrestri (o tellurici, come li chiamava il geologo Antonio Stoppani con il quale Maria Montessori riteneva di avere un rapporto di parentela), tra correnti marine, vulcani attivi e molto altro ancora: un intreccio di forze che mantiene sul pianeta una rete di equilibri in cui ogni specie - e ogni suo individuo - svolgono un proprio compito. Come? Con le caratteristiche corporee e di comportamento che distinguono i diversi gruppi di vegetali e animali, incluse le catene alimentari.
Questo lavoro di presa di coscienza comincia sul piano affettivo e sensoriale nei primi tre anni di vita - in famiglia , ma anche nel Nido e nella Casa dei Bambini - per continuare nella primaria. Qui non mancano calcoli sui grandi numeri (macrocosmo e microcosmo), cognizioni geografiche, scritture e disegni, indagini in campo storico, ambientale, letterario...
Sul piano biologico possiamo offrire ai ragazzini mezzi opportuni – il più possibile concreti – per constatare come ogni vivente attui il proprio compito con miracoli di adattamento per mangiare e cercare di non essere mangiato, per obbedire alla legge della riproduzione curando la prole quando e come è necessario, contribuendo nel proprio habitat, piccolo o grande che sia, al mantenimento dell’equilibrio dell’intera biosfera sulla terra come nell'acqua.
Tale compito concerne anche gli umani, che invece si sono sempre più allontanati dalla natura nel tentativo di dominarla, sfruttandone al massimo e avidamente le grandi ricchezze nascoste. A partire dalla rivoluzione industriale questi equilibri si sono rotti a causa della crescente azione umana: la “supernatura” (Montessori), creata dagli umani sulla biosfera - quel manto di vita in milioni e milioni di specie diverse che avvolge e si radica sulla geosfera, come la pelliccia sul corpo di un animale (1) - è diventata un mostro minaccioso che ignora del tutto il proprio compito cosmico (o planetario, per usare un termine meno suggestivo, ma forse più evidente).
Nelle nostre scuole non partiamo da simili constatazioni drammatiche, ma offriamo ai ragazzini - 6 -12 anni - la bellezza e l’armonia della biosfera, per costruire partendo dal positivo e non il contrario. Il nostro obiettivo, ancora una volta, non è certo quello di imbottire di nozioni, ma di dare nella seconda infanzia un nuovo aiuto alla vita, come in parallelo e con proposte diverse si fa nella prima infanzia. Ora si vuole rispondere ai tanti perché avanzati dai ragazzi di questo secondo piano dello sviluppo, aiutandoli a penetrare nelle interrelazioni che rendono il nostro pianeta unico almeno nel sistema solare cui apparteniamo.
Per i ragazzini scoprire di essere fatti degli stessi elementi, degli stessi atomi di cui sono fatti i corpi celesti è un’idea esaltante, di cui vogliono scoprire altre notizie e ulteriori certezze.
Capire questo grande processo, biologico e geologico insieme, protettivo degli equilibri tra viventi, richiede dagli adulti notevole sensibilità e conoscenze a lunga gettata, cui i bambini si preparano a gradi. Il campo è vasto e complesso, tuttavia allevare animali e coltivare piante di vario tipo, studiare le classificazioni e i bisogni basilari dei viventi, interpretare i fenomeni climatici attraverso esperimenti e osservazioni, andare di frequente in ambienti naturali nelle varie stagioni, capire le “ragioni” di una pianta per quella corteccia, quel fiore, quel frutto o di un animale per quel modo di muoversi, quel becco o quel muso, il pelo o le penne e così via, costituiscono l’ampio spazio in cui i bambini della primaria possono muoversi con piacere e gusto esplorativo.
Chiamiamo questi settori di indagini con i vecchi nomi di botanica, zoologia, ecologia, cartografia, ma non parliamo di cosmica, le cui piene consapevolezze saranno raggiunte più tardi alle soglie dell’adolescenza o poco oltre.
Ricerca: che cosa vuol dire?
Anche la parola ricerca diventa una moneta falsa se usata come un semplice copiare. Ricerca significa studio attraverso il confronto.
Osservo un fenomeno – un cubetto di ghiaccio che si scioglie – lo descrivo, ne traggo le mie conclusioni, le annoto.
Semino sull'ovatta alcune lenticchie, su altro piattino chicchi di grano: da questi crescono pianticelle con una sola foglia, dalle lenticchie pianticelle su due foglie. Perché tale differenza?
La ricerca è perseverare nel confronto, se mai annotando i nomi dei semi usati, i tempi di germinazione e i risultati finali.
Se si tratta invece di paragonare più testi su un determinato argomento, dobbiamo sapere che tale compito è al di sopra delle forze di un bambino di 6-7 anni, il quale non riesce ancora a fare nemmeno un riassunto e rischia di copiare da un libro parole di cui non comprende a pieno il significato. E questa è di nuovo una sorta di inganno: la richiesta di uno sforzo immotivato e per nulla gratificante.
Dobbiamo sempre chiederci se un lavoro che proponiamo abbia senso per questo bambino o per quel ragazzo, se dia loro piacere e susciti entusiasmo o se lo eseguano per obbedire all'adulto. Perché in questo caso la paghiamo poi in eccitazione, disobbedienza, non ascolto, irritabilità, loro in grave malessere e disamore per la conoscenza.
ghf
(1) Il paragone è della stessa Montessori. Vedi nel suo testo Dall'infanzia all'adolescenza, Garzanti I edizione 1970, oggi ripubblicato da Franco Angeli a cura del CESMON di Roma. Il termine biosfera è stato creato dal geologo austriaco Eduard Suess nel 1885 e diffuso dal russo Vladimir Vernadskj nel 1926.
“ Io faccio cosmica” , ” Ti piace cosmica?”. Sentire frasi del genere in una scuola Montessori fa davvero una pessima impressione. Cosmica come aggettivo o come aggettivo sostantivato: una delle tante materie, come dire: geometria o analisi logica… Non ci siamo proprio e la sciatteria del linguaggio la dice lunga su vari altri aspetti.
Parole sciupate
Molte parole oggi vengono sciupate dal modo sbrigativo di intervenire con i bambini.
Se dico ad esempio: “Roberto e Matilde hanno l’incarico di…”. Che glielo abbia assegnato io maestra o sia il risultato di una discussione in gruppo, fa già la differenza, ma se poi i due bambini si trovano a doverlo svolgere senza una presentazione, né un accompagnamento da parte dell’adulto, non potremo irritarci con loro se agiscono in modo confuso, se fingono di soddisfare l’incarico e la cosa viene svolta di corsa senza un vero senso di responsabilità.
Se chiedo ai bambini di parlare a voce contenuta o addirittura li guido in un’attività di silenzio, ma poi io, l’adulto – guida, chiamo questo o quel bambino da lontano, intervengo di continuo a voce alta e irritata sottolineando il chiasso, umiliando chi parla più forte di altri, faccio il contrario di ciò che dico e che chiedo a loro: do ai bambini una moneta falsa che impedisce una visione onesta e coerente dei rapporti.
Anche parlare di “cosmica” nel modo detto sopra è dare una moneta falsa.
Educazione cosmica come punto d’arrivo…
...è una complessa visione dei rapporti tra viventi e atmosfera, tra climi e fenomeni terrestri (o tellurici, come li chiamava il geologo Antonio Stoppani con il quale Maria Montessori riteneva di avere un rapporto di parentela), tra correnti marine, vulcani attivi e molto altro ancora: un intreccio di forze che mantiene sul pianeta una rete di equilibri in cui ogni specie - e ogni suo individuo - svolgono un proprio compito. Come? Con le caratteristiche corporee e di comportamento che distinguono i diversi gruppi di vegetali e animali, incluse le catene alimentari.
Questo lavoro di presa di coscienza comincia sul piano affettivo e sensoriale nei primi tre anni di vita - in famiglia , ma anche nel Nido e nella Casa dei Bambini - per continuare nella primaria. Qui non mancano calcoli sui grandi numeri (macrocosmo e microcosmo), cognizioni geografiche, scritture e disegni, indagini in campo storico, ambientale, letterario...
Sul piano biologico possiamo offrire ai ragazzini mezzi opportuni – il più possibile concreti – per constatare come ogni vivente attui il proprio compito con miracoli di adattamento per mangiare e cercare di non essere mangiato, per obbedire alla legge della riproduzione curando la prole quando e come è necessario, contribuendo nel proprio habitat, piccolo o grande che sia, al mantenimento dell’equilibrio dell’intera biosfera sulla terra come nell'acqua.
Tale compito concerne anche gli umani, che invece si sono sempre più allontanati dalla natura nel tentativo di dominarla, sfruttandone al massimo e avidamente le grandi ricchezze nascoste. A partire dalla rivoluzione industriale questi equilibri si sono rotti a causa della crescente azione umana: la “supernatura” (Montessori), creata dagli umani sulla biosfera - quel manto di vita in milioni e milioni di specie diverse che avvolge e si radica sulla geosfera, come la pelliccia sul corpo di un animale (1) - è diventata un mostro minaccioso che ignora del tutto il proprio compito cosmico (o planetario, per usare un termine meno suggestivo, ma forse più evidente).
Nelle nostre scuole non partiamo da simili constatazioni drammatiche, ma offriamo ai ragazzini - 6 -12 anni - la bellezza e l’armonia della biosfera, per costruire partendo dal positivo e non il contrario. Il nostro obiettivo, ancora una volta, non è certo quello di imbottire di nozioni, ma di dare nella seconda infanzia un nuovo aiuto alla vita, come in parallelo e con proposte diverse si fa nella prima infanzia. Ora si vuole rispondere ai tanti perché avanzati dai ragazzi di questo secondo piano dello sviluppo, aiutandoli a penetrare nelle interrelazioni che rendono il nostro pianeta unico almeno nel sistema solare cui apparteniamo.
Per i ragazzini scoprire di essere fatti degli stessi elementi, degli stessi atomi di cui sono fatti i corpi celesti è un’idea esaltante, di cui vogliono scoprire altre notizie e ulteriori certezze.
Capire questo grande processo, biologico e geologico insieme, protettivo degli equilibri tra viventi, richiede dagli adulti notevole sensibilità e conoscenze a lunga gettata, cui i bambini si preparano a gradi. Il campo è vasto e complesso, tuttavia allevare animali e coltivare piante di vario tipo, studiare le classificazioni e i bisogni basilari dei viventi, interpretare i fenomeni climatici attraverso esperimenti e osservazioni, andare di frequente in ambienti naturali nelle varie stagioni, capire le “ragioni” di una pianta per quella corteccia, quel fiore, quel frutto o di un animale per quel modo di muoversi, quel becco o quel muso, il pelo o le penne e così via, costituiscono l’ampio spazio in cui i bambini della primaria possono muoversi con piacere e gusto esplorativo.
Chiamiamo questi settori di indagini con i vecchi nomi di botanica, zoologia, ecologia, cartografia, ma non parliamo di cosmica, le cui piene consapevolezze saranno raggiunte più tardi alle soglie dell’adolescenza o poco oltre.
Ricerca: che cosa vuol dire?
Anche la parola ricerca diventa una moneta falsa se usata come un semplice copiare. Ricerca significa studio attraverso il confronto.
Osservo un fenomeno – un cubetto di ghiaccio che si scioglie – lo descrivo, ne traggo le mie conclusioni, le annoto.
Semino sull'ovatta alcune lenticchie, su altro piattino chicchi di grano: da questi crescono pianticelle con una sola foglia, dalle lenticchie pianticelle su due foglie. Perché tale differenza?
La ricerca è perseverare nel confronto, se mai annotando i nomi dei semi usati, i tempi di germinazione e i risultati finali.
Se si tratta invece di paragonare più testi su un determinato argomento, dobbiamo sapere che tale compito è al di sopra delle forze di un bambino di 6-7 anni, il quale non riesce ancora a fare nemmeno un riassunto e rischia di copiare da un libro parole di cui non comprende a pieno il significato. E questa è di nuovo una sorta di inganno: la richiesta di uno sforzo immotivato e per nulla gratificante.
Dobbiamo sempre chiederci se un lavoro che proponiamo abbia senso per questo bambino o per quel ragazzo, se dia loro piacere e susciti entusiasmo o se lo eseguano per obbedire all'adulto. Perché in questo caso la paghiamo poi in eccitazione, disobbedienza, non ascolto, irritabilità, loro in grave malessere e disamore per la conoscenza.
ghf
(1) Il paragone è della stessa Montessori. Vedi nel suo testo Dall'infanzia all'adolescenza, Garzanti I edizione 1970, oggi ripubblicato da Franco Angeli a cura del CESMON di Roma. Il termine biosfera è stato creato dal geologo austriaco Eduard Suess nel 1885 e diffuso dal russo Vladimir Vernadskj nel 1926.