Polarizzazione dell’attenzione e armi di distrazione di massa
Montessori: una pedagogia dell’attenzione e della concentrazione
Nella scoperta montessoriana del bambino la capacità di attenzione, anzi quella che Montessori chiamò, con la consueta geniale creatività linguistica, “polarizzazione dell’attenzione”, ha sempre avuto un ruolo decisivo. Ad aprire le porte della scoperta dell’infanzia è stata, poco dopo il 1907, la ripetizione dell’esercizio e l’apparentemente insolita concentrazione per un lungo periodo di tempo, mostrati da una bambina di circa tre anni che per oltre quaranta volte inseriva e toglieva i cilindri dal loro incastro di legno. Questo fenomeno attirò la sua attenzione e le permisero di intraprendere l’esplorazione della mente infantile. Se i bambini sono capaci di lunghi periodi di lavoro concentrato, allora la loro mente possiede grandi poteri finora ignorati.
Come ha scritto Confucio, “l’uomo ordinario si meraviglia delle cose straordinarie; il saggio si meraviglia della normalità”. E’ in quell’evento apparentemente banale in cui sorprendiamo spesso i bambini quando sprofondano in un’attività che li interessa diventando sordi rispetto ad altri stimoli, che si nasconde il segreto dell’infanzia. Montessori parla dell’intimo raccoglimento del bambino che lavora e lo assimila ai mistici e agli uomini di scienza alle prese con una concentrazione talmente intensa che sembra isolarli dalle cose del mondo. Ne Il bambino in famiglia lei scrive “….vi sono nell’individuo esigenze intime, per le quali, mentre si abbandona a un lavoro misterioso, si richiede la completa solitudine, la separazione da tutto e da tutti”.
Questa forza della concentrazione accomuna a suo avviso i bambini anche molto piccoli agli scienziati. Ma perché si realizzi tale attenzione prolungata ci vogliono oggetti corrispondenti alle abilità da loro raggiunte e un’attività da svolgere con essi e su di essi. E’ allora che “vediamo lo stretto legame tra il lavoro manuale che si compie nella vita comune e la profonda concentrazione dello spirito”.
La capacità di concentrarsi nei più piccoli
Questo “sprofondarsi dell’anima in se stessa” non è riservato a persone eccezionali, ma è proprio, all’inizio, di ogni bambino, solo che in seguito si conserva solo in poche persone sino all’età adulta. All’inizio della vita, la concentrazione del tutto ordinaria. “Certamente qui sta la chiave di tutta la pedagogia: saper riconoscere gli istanti preziosi della concentrazione per poterli utilizzare nell’insegnamento”. Ne L’Autoeducazione, dove Montessori dedicherà un intero capitolo all’attenzione, osserva che il fatto fondamentale della sua scoperta è proprio questa e scrive: “L’organizzazione della vita psichica si inizia con un fenomeno caratteristico di attenzione(…) ogni volta che avveniva una simile polarizzazione dell’attenzione, cominciava il bambino a trasformarsi completamente, a farsi più calmo, quasi più intelligente e più espansivo: egli mostrava qualità interiori straordinarie, che ricordavano i fenomeni di coscienza più alti, come quelli della conversione”. Qui, come vedremo più avanti...
Inizio di una relazione di Raniero Regni, ordinario di Pedagogia Sociale alla LUMSA di Roma
Questo testo (di sei pagine) presentato al Convegno Montessori di Brescia 18 ottobre 2014 è stato pubblicato in accordo con l’Autore su “Il Quaderno Montessori” n.123 del Quaderno. Chi fosse interessato a riceverlo può chiederlo alla Redazione/Amministrazione tramite email quadernomontessori@fimail.org , inviando 5€ in busta, oppure tramite c.c.postale 17557214 Ass. Il Quaderno Montessori, via Dandolo 2 , 21053 Castellanza (Varese) o tramite banca IT61 G030 6950 1211 0000 0002777.
Nella scoperta montessoriana del bambino la capacità di attenzione, anzi quella che Montessori chiamò, con la consueta geniale creatività linguistica, “polarizzazione dell’attenzione”, ha sempre avuto un ruolo decisivo. Ad aprire le porte della scoperta dell’infanzia è stata, poco dopo il 1907, la ripetizione dell’esercizio e l’apparentemente insolita concentrazione per un lungo periodo di tempo, mostrati da una bambina di circa tre anni che per oltre quaranta volte inseriva e toglieva i cilindri dal loro incastro di legno. Questo fenomeno attirò la sua attenzione e le permisero di intraprendere l’esplorazione della mente infantile. Se i bambini sono capaci di lunghi periodi di lavoro concentrato, allora la loro mente possiede grandi poteri finora ignorati.
Come ha scritto Confucio, “l’uomo ordinario si meraviglia delle cose straordinarie; il saggio si meraviglia della normalità”. E’ in quell’evento apparentemente banale in cui sorprendiamo spesso i bambini quando sprofondano in un’attività che li interessa diventando sordi rispetto ad altri stimoli, che si nasconde il segreto dell’infanzia. Montessori parla dell’intimo raccoglimento del bambino che lavora e lo assimila ai mistici e agli uomini di scienza alle prese con una concentrazione talmente intensa che sembra isolarli dalle cose del mondo. Ne Il bambino in famiglia lei scrive “….vi sono nell’individuo esigenze intime, per le quali, mentre si abbandona a un lavoro misterioso, si richiede la completa solitudine, la separazione da tutto e da tutti”.
Questa forza della concentrazione accomuna a suo avviso i bambini anche molto piccoli agli scienziati. Ma perché si realizzi tale attenzione prolungata ci vogliono oggetti corrispondenti alle abilità da loro raggiunte e un’attività da svolgere con essi e su di essi. E’ allora che “vediamo lo stretto legame tra il lavoro manuale che si compie nella vita comune e la profonda concentrazione dello spirito”.
La capacità di concentrarsi nei più piccoli
Questo “sprofondarsi dell’anima in se stessa” non è riservato a persone eccezionali, ma è proprio, all’inizio, di ogni bambino, solo che in seguito si conserva solo in poche persone sino all’età adulta. All’inizio della vita, la concentrazione del tutto ordinaria. “Certamente qui sta la chiave di tutta la pedagogia: saper riconoscere gli istanti preziosi della concentrazione per poterli utilizzare nell’insegnamento”. Ne L’Autoeducazione, dove Montessori dedicherà un intero capitolo all’attenzione, osserva che il fatto fondamentale della sua scoperta è proprio questa e scrive: “L’organizzazione della vita psichica si inizia con un fenomeno caratteristico di attenzione(…) ogni volta che avveniva una simile polarizzazione dell’attenzione, cominciava il bambino a trasformarsi completamente, a farsi più calmo, quasi più intelligente e più espansivo: egli mostrava qualità interiori straordinarie, che ricordavano i fenomeni di coscienza più alti, come quelli della conversione”. Qui, come vedremo più avanti...
Inizio di una relazione di Raniero Regni, ordinario di Pedagogia Sociale alla LUMSA di Roma
Questo testo (di sei pagine) presentato al Convegno Montessori di Brescia 18 ottobre 2014 è stato pubblicato in accordo con l’Autore su “Il Quaderno Montessori” n.123 del Quaderno. Chi fosse interessato a riceverlo può chiederlo alla Redazione/Amministrazione tramite email quadernomontessori@fimail.org , inviando 5€ in busta, oppure tramite c.c.postale 17557214 Ass. Il Quaderno Montessori, via Dandolo 2 , 21053 Castellanza (Varese) o tramite banca IT61 G030 6950 1211 0000 0002777.