ABOLIAMO LA BOCCIATURA ALLA SCUOLA PRIMARIA!
“Non bocciare. A quelli che sembrano cretini dargli la scuola a tempo pieno. Agli svogliati basta dargli uno scopo.” Sono passati cinquant’anni da quando don Lorenzo Milani scriveva queste tre riforme della scuola in “Lettera ad una professoressa” ma nello schema di decreto legislativo recante “Norme sulla valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato a norma dell’articolo 1, commi 180, 181 e 182, della legge 13 luglio 2015, n. 107” all’articolo tre è stata reintrodotta la bocciatura alla scuola primaria.
Dopo che autorevoli componenti della VII Commissione della Camera avevano annunciato la soppressione della bocciatura dalla scuola primaria, la ministra Valeria Fedeli ha voluto reintrodurre la norma precedente ovvero “i docenti della classe in sede di scrutinio, con decisione assunta all’unanimità, possono non ammettere l’alunno alla classe successiva solo in casi eccezionali e comprovati da specifica motivazione.”
I cosiddetti casi “eccezionali” solo nell’ultimo anno scolastico 2015/2016 sono stati 11.071 e nell’anno precedente 11.866.
Chi di noi lavora nella scuola o si occupa di formare i futuri maestri sa non solo quanti sono i respinti, ma anche chi sono: figli di immigrati, ragazzi meridionali provenienti dalle famiglie più povere, bambini rom.
Oggi come ai tempi di don Lorenzo Milani “la scuola ha un problema solo: i ragazzi che perde”. La nostra scuola anche oggi perde il 15 per cento dei ragazzi.
Dietro questa percentuale noi vediamo i volti dei nostri bambini che non hanno certo bisogno di essere respinti ma di maggiori risorse umane, di insegnanti di sostegno formati, di educatori di strada, di una scuola più lenta, capace di ascoltare le esigenze di questi bambini, di captare le loro difficoltà e quelle delle loro famiglie.
Come scriveva Janusz Korczak noi dobbiamo “rispetto alle sconfitte e alle lacrime del bambino. Dobbiamo rispetto alla sua ignoranza.”
Come insegnanti e pedagogisti respingiamo l’idea che la nostra scuola dopo cinquant’anni non abbia ancora compreso che non può respingere nessuno alla primaria, ma può solo far valere l’articolo 3 della nostra Costituzione anche per i bambini che sono cittadini alla pari dei “grandi.” E’ lo stesso don Milani ancora a ricordarci che “Se si perde uno loro (gli ultimi) la scuola non è più scuola. E’ un ospedale che cura i sani e respinge i malati” e che dobbiamo fare una sola cosa: “Richiamateli, insistete, ricominciate tutto da capo all’infinito a costo di passar per pazzi.”
Sottolineiamo altresì l’opportunità di non mantenere i voti in decimi, fonte di discriminazioni, indebiti confronti, demotivazione e effetti dannosi sull’autostima come gli stessi don Milani, Mario Lodi e molti altri hanno speso una vita a dimostrare.
E’ per questo che ci appelliamo a Lei, ministra, perché ascolti il parere di chi nella scuola vive da anni e conosce i bambini e tolga dallo schema di bozza delle norme sulla valutazione l’articolo 3 così come citato.
e ovviamente Grazia Honegger Fresco e il Quaderno Montessori
Dopo che autorevoli componenti della VII Commissione della Camera avevano annunciato la soppressione della bocciatura dalla scuola primaria, la ministra Valeria Fedeli ha voluto reintrodurre la norma precedente ovvero “i docenti della classe in sede di scrutinio, con decisione assunta all’unanimità, possono non ammettere l’alunno alla classe successiva solo in casi eccezionali e comprovati da specifica motivazione.”
I cosiddetti casi “eccezionali” solo nell’ultimo anno scolastico 2015/2016 sono stati 11.071 e nell’anno precedente 11.866.
Chi di noi lavora nella scuola o si occupa di formare i futuri maestri sa non solo quanti sono i respinti, ma anche chi sono: figli di immigrati, ragazzi meridionali provenienti dalle famiglie più povere, bambini rom.
Oggi come ai tempi di don Lorenzo Milani “la scuola ha un problema solo: i ragazzi che perde”. La nostra scuola anche oggi perde il 15 per cento dei ragazzi.
Dietro questa percentuale noi vediamo i volti dei nostri bambini che non hanno certo bisogno di essere respinti ma di maggiori risorse umane, di insegnanti di sostegno formati, di educatori di strada, di una scuola più lenta, capace di ascoltare le esigenze di questi bambini, di captare le loro difficoltà e quelle delle loro famiglie.
Come scriveva Janusz Korczak noi dobbiamo “rispetto alle sconfitte e alle lacrime del bambino. Dobbiamo rispetto alla sua ignoranza.”
Come insegnanti e pedagogisti respingiamo l’idea che la nostra scuola dopo cinquant’anni non abbia ancora compreso che non può respingere nessuno alla primaria, ma può solo far valere l’articolo 3 della nostra Costituzione anche per i bambini che sono cittadini alla pari dei “grandi.” E’ lo stesso don Milani ancora a ricordarci che “Se si perde uno loro (gli ultimi) la scuola non è più scuola. E’ un ospedale che cura i sani e respinge i malati” e che dobbiamo fare una sola cosa: “Richiamateli, insistete, ricominciate tutto da capo all’infinito a costo di passar per pazzi.”
Sottolineiamo altresì l’opportunità di non mantenere i voti in decimi, fonte di discriminazioni, indebiti confronti, demotivazione e effetti dannosi sull’autostima come gli stessi don Milani, Mario Lodi e molti altri hanno speso una vita a dimostrare.
E’ per questo che ci appelliamo a Lei, ministra, perché ascolti il parere di chi nella scuola vive da anni e conosce i bambini e tolga dallo schema di bozza delle norme sulla valutazione l’articolo 3 così come citato.
- Gian Carlo Cavinato, segretario nazionale Movimento Cooperazione Educativa
- Alex Corlazzoli, maestro e giornalista
- Andrea Gavosto, direttore Fondazione “Giovanni Agnelli”
- Francesco Gesualdi, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, ex allievo di don Lorenzo Milani
- Rosa Giudetti, presidente Associazione “Montessori” – Brescia
- Monica Guerra, docente pedagogia “Bicocca” Milano
- Franco Lorenzoni, maestro e scrittore
- Paolo Mottana, docente pedagogia “Bicocca” Milano
- Daniele Novara, fondatore Centro PsicoPedagogico per la Pace e la gestione dei conflitti
- Mario Piatti, docente di pedagogia musicale
- Lorena Rocca, docente dip. scienze storiche, geografiche Università degli Studi, Padova
- Elena Tamberi
e ovviamente Grazia Honegger Fresco e il Quaderno Montessori